Muse, gli alieni trionfano a San Siro

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deeperinside '
view post Posted on 9/6/2010, 16:17




La band inglese infiamma lo stadio milanese. La scenografia è spaziale, gli abiti vintage, gli arrangiamenti divini. In 62mila accorsi da tutta Italia


Altro che Roswell, gli alieni sono atterrati a San Siro. In una calda estate del 2010 sono arrivati a bordo della loro navicella, hanno sparato i loro decibel di potenza progressive rock e sono volati via, lasciando gli umani a bocca aperta e occhi al cielo.

UNA BAND CHE VIENE DAL FUTURO - Perché i Muse sembrano tornare veramente dal futuro. Da un tempo che deve ancora venire hanno assorbito suoni, rumori, vestiti e scenografie. Come quella piazzata l'8 giugno sul prato dello Stadio Meazza di Milano, in occasione dell'unica data italiana della "migliore rock band del mondo": una porta trapezoidale grigio metallica, simile all'ingresso di un tempio. Sopra, un grosso globo nero. Alle sue spalle, dodici enormi palloni bianchi attraversati da luci psichedeliche.

INIZIO ALLE 21:17 - I 62mila di San Siro accorsi da tutta Italia sono caldissimi. Merito anche delle tre band di supporto: gli italiani Calibro 35, gli inglesi Friendly Fires e il gruppo britannico dei Kasabian. Ore 21:17. Annunciati da un corteo di figuranti che che sventolano bandiere rosse e ritmi tribali, i tre alieni prendono posizione. Attaccano con Uprising, primo singolo dell'ultimo album The Resistance, e San Siro s'infiamma. Matthew Bellamy, stretto in un abito bianco scintillante, si lancia nel primo assolo. Se la ridacchia. Ha già capito che il pubblico è suo. "Grazie, grazie mille". Si siede al piano e attacca il preambolo stile Chopin che deflagra in New Born.

IL PUBBLICO - Sui maxischermi rotolano equazioni matematiche, formule geometriche, curve concentriche e codici in stile Matrix. E' la psichedelia della rock band all'ennesima potenza. Sugli spalti siedono fianco a fianco ragazzini e ultrasessantenni, coppie di fidanzatini delle province lombarde e mariti e mogli della city meneghina. Chi l'ha detto che i Muse sono per i più giovani?

DA CHOPIN AGLI AC/DC - E allora spazio all'amore, con Neutron Star Collision, scritta per la colonna sonora della saga di Twilight. Per poco, però. Perché subito si torna al prog rock di Guding Light, il brano che più di tutti strizza l'occhio alle melodie dei Queen. I Muse sono anche questo: sono trash puro, virtuosismo metallaro all'ennesima potenza, arrangiamenti vintage e neoclassici. Lo dimostrano con l'organo ipnotico di Feeling Good, con la jam basso-batteria a base di ritmi tribali, con i riff anni '80 di Undisclosed Desires eseguiti su una piattaforma che plana sul pubblico. Poi suonano i loro "classici". The Resistance, l'ultimo singolo, rischia di far venire giù lo stadio. Starlight provoca il delirio. Back in black, cover degli Ac/Dc cantanta in un fuori programma da Nic Cester, riporta l'hard rock più tosto degli anni 70 a Milano.

I CLASSICI - Bellamy continua a ridersela. Sul palco è letteralmente divino. Come un dio gode della musica che esce dalla sua chitarra, con cui diventa un tutt'uno:e non si risparmia pose da rock star sfrenata. Come un dio, d'altra parte, non dialoga con gli umani. Per tutta la serata spiccicherà solo tre parole: "Grazie San Siro", "Grazie mille" e "Vi amo". Benché silenziosi, i tre si trovano a loro agio, a Milano. Unnatural Selection è forse il brano che gli riesce meglio. Sullo schermo si rincorrono eserciti con manganelli, manifestanti con molotov, bombe che esplodono, palazzi che crollano: è il grido di ribellione del terzo millennio contro la selezione innaturale. Si spengono le luci. Bellamy chiede al pubblico di accendere i telefonini (un tempo c'erano gli accendini): è l'ora di Unintended, la ballatona romantica. Segue la classica Symphony, Part 1: Overture. Un disco volante argentato si libra sulla folla. Ne esce fuori una ballerina che danza a tempo di musica. E San Siro, assopita, ascolta.

LA CHIUSURA CON KNIGHTS OF CYDONIA - C'è tempo per le ultime due canzoni (saranno 22 in totale). La prima è quella Plug in baby che invase i palinsesti Mtv di mezzo mondo e fece conoscere ai più uno strano gruppo inglese che si faceva chiamare come le Muse. La seconda, annunciata da un omaggio a Morricone, è il capolavoro Knights of Cydonia. San Siro intona il coro a squarciagola: trombe, voce sovrumana, tamburi e assolo di chitarra marziano fanno il resto, per questa Cavalcata delle Valchirie del Terzo Millennio che chiude la serata. Alle ore 23:22, con otto minuti d'anticipo sul previsto, i Muse salutano Milano. "Arrivederci". Alla prossima estate. Quando torneranno, si spera, di nuovo dal futuro.


SPOILER (click to view)
personalmente, se a me son venuti i brividi nel leggere questa recensione, non immagino le persone che erano lì cosa debbano aver provato (:
 
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